Pagina:Campana - Il più lungo giorno, manoscritto, 1913.djvu/21

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avventurosa di quella scena. Era tardi, erano là pochi e allora sorse un'intimità libera e la ruffiana il gomito poggiato a l'ottomana, poggiata la testa, per sfondo la mobile tenda di trina - parlò - con voce un po' stanca - un po' stanca e velata ma a tratti vivace in fondo commossa parlò.

Scoprì le sua curiosità infantili. . . . . . . . . . . . . . .

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Adorava i piccioni - seguiva i loro amori de le sue curiosità irragiungibili. La femmina lo picchiettava di baci da destra tanto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e poi lui perché? Non si muoveva dieci minuti - perchè. Queste domande restavano senza risposta - allora la sua nostalgia la spingeva ancora a ricordare il passato e ricordava a lungo. Fin che la conversazione si