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192 t. campanella

dispute contra ciascuna setta loro, secondo li principii loro e ragion commune, e con l’invito a disputar de veritate fidei; ed al concilio generalissimo è modo di scompigliarli e tirarli con maraviglia alla veritá, per mezzo di qualunque predicante ed ambasciatore. Nella terza, sei legazioni alle sei dispersioni e sinagoge di giudei, invitandoli al concilio e disputando con ciascuna dell’effetto della providenza nel Messia, e suoi atti e dogmi ch’avea a rivelare; e come tre dispersioni chi fûro dopo il suo avvento, non riconoscono il dio loro perché lasciâro Mosè e li profeti, e credono solo alli talmudisti nefandissimi, contra li quali si disputa che sono contrarii a Dio, a Mosè ed ai profeti ed alla natura: e s’apre a loro una porta occulta alla fede di gran successo. Nella quarta ci son legazioni a tutti re maccomettani e sètte loro principali, col medesimo invito e dispute contra tutti dogmi e libri maccomettani, pur con li principi d’esso Maccometto e ragion commune: dove di piú si scuopre Maccometto per Anticristo, antevisto nel Vangelo, e le corne e teste sue; e come da esso nascerá il nefandissimo ultimo corno che ricapitulerá tutte le malvagitá di tiranni ed eresiarchi precedenti, e che Lutero e Calvino son precursori ch’introducono il dio della forza Maozin con Maccometto predestinante al bene ed al male, a capriccio e forza temerariamente; e quindi cessará la scandalosa maraviglia de’ politici sopra la gran possanza e vittoria di Maccometto, o perché li profeti non parlâro piú di monarchie, come alcun dice, di loro beffandosi.

Nel secondo volume di questo tomo ci van tre libri. Uno intitolato Recognitio verae religionis contra l’anticristianismo, praecipue macchiavellistico, e settari, con ragioni invitte e nuove che nullo sofista epicureo possa risponderci, convincendo affatto che la religione è natural ritorno a Dio e non arte di stato, e quale è la vera universale, mostrando contra a tutti settarii; [e] che quanti prencipi seguitano tal dottrina in tutti i secoli, diventan tiranni e i popoli sediziosi, e se rovinano in sé o nei figli subito, perdendo la vita o lo stato. Nel secondo si scrive [de] gli Articoli profetali degli eventi