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228 t. campanella

solo per l’incorruttibile giustizia del sapientissimo e santissimo Urbano VIII, che deve essere imitato da tutti.

E pur non posso aver audienza per gli occhiali contrari apposti a gli occhi di miei signori da statisti. Del che sperar devo che presto s’avvertirá, pensando contro i detti loro che il sole tanto resta immacolato dal fango quanto dall’oro, e che Vostra Signoria, sendo illustrissima come il sole, non si macchiarebbe ma s’esaltarebbe ascoltando questo vilissimo servo, con imitar Cristo dio nostro, «qui exinanivit semetipsum etc.» et «cum publicanis et peccatoribus etc.» «propter quod Deus exaltavit illum». Ma perché non ho la ventura di Toccio matto, per carta parlerò a Vostra Signoria illustrissima.

Io desidero dell’ingegni calabresi domenicani esquisiti, acuti e laboriosi, chi per mancanza di culto si perdeno, far un collegio Barberino de propaganda fide, fondato nel libro del Reminescentur et convertentur ad Dominimi omnes fines terrae; e fare tanti scolari armati di dottrina, profezia, testimonianze e desiderio di martirio e notizia di tutte sètte e nazioni per buona istoria e geografia, affin di suscitar la fede quasi smorta tra cristiani e moltiplicarla dove non è. Ed a questo proposito saria la chiesa della Madonna di monti, concedendo a noi o tutte l’entrate co’ pesi di debiti e dei luochi pii, o dandoci solo quel che si dá a preti mercenari in quel luoco, dove serviremo la beatissima Vergine con piú decoro e diligenza. E leggeremo a tutte persone etiam forestiere la invincibilitá della fede cattolica e ’l modo di convincer li settari a prima disputa. E per questo ancora desidero stampar l’opere mie, etiam senza il mio nome, non per mia gloria, perché consisteno nella conversion generale, per la quale ho fatto la riforma di tutte scienzie secondo li dui codici divini, natura e Scrittura. Perché le nazioni non insultino piú né discredano a noi, come fa Giuliano apostata e ’l Macchiavello e li statisti chi, facendo profession di aver Cristo, Sapienza di Dio, per mastro, poi mendicano le scienze da’ filosofi gentili da noi dannati e giudicati da tutti santi dottori peste occulta e palese del cristianesimo.