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lettere 255

per l’occorrente viaggio e far un vestito ad comparendum etc. Vostra Signoria illustrissima mi perdoni che non è audacia, ma bisogno e certezza che. donde ho ricevuto tante grazie, non sia dannoso etc.

Resto perpetuamente obligatissimo a Vostra Signoria illustrissima e li prego da Dio ogni bene. Saluto caramente il signor nepote e tutti di casa insieme col valente astronomo Cassendo. Quel che mi dissero i con viandanti del suo studio non lo dico, né quel che risposi io. A dio.

 [Lione,] 16 novembre 1634.

Di V. S. illustrissima e reverendissima
servitore umilissimo ed obligatissimo
Tomaso Campanella.


Ho scritto in Roma a tutti.

               A monsignor l’abbate Peiresc,
                    padrone osservandissimo,
 Aix.

LXXIII

Al cardinale nipote Francesco Barberini

Continua a difendere se stesso ed accusare i propri nemici, come il 2 novembre, presso Urbano VIII.

 Eminentissimo e reverendissimo
 signor padrone colendissimo.

«Non agnoscetur in bonis amicus neque abscondetur in malis inimicus»: dice Dio.

Oh quanto ho benedetto la providenza e caritá di Vostra Eminenza la qual mi guidò sicuro. E Dio mi fu propizio che