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282 t. campanella

e gli altrui avvisi lo diranno. Il padre Marini a cui scrissi, dirá a Vostra Beatitudine quel che cerco per giustizia. Scrissi anche al conte di Castelvillano ed all’eminentissimo protettore. Di grazia, supplico per la sua salute, cara a tutti buoni, non mi lasci continuar li torti fattimi dal Mostro e dal padre generale.

Baciando li santi piedi resto pregando l’Altissimo incessabiliter, e tutto Parigi sallo, per la vita e gloria di Vostra Beatitudine.

 Parigi, 9 aprile 1635.

Servo perpetuo fedelissimo
e cordialissimo ed umilissimo
Fra Tomaso Campanella.


LXXXII

Al medesimo

Vizi, tradimenti, ribellioni,
ruberie e delitti del generale fra Niccolò Ridolfi.

Santissimo Padre,

Baciati i santi piedi e ringraziatola della continuazion del favore — il che stimo piú che un regno, — e ripregatola che mi lasci stampar i suoi poemi col Commento, e che lasci correr i miei libri tanto necessari e falsamente calunniati, come la Sorbona giudicará, li vengo ad avvisare stimolato dalle nove persecuzioni che qui mi fa il padre Ridolfi generale, non senza providenza divina, perch’io non taccia piú il gran mal che egli fa alla religione ed all’onor di Vostra Beatitudine, e ch’ordisce in futuro a casa Barberina, a molti noto, chi temono dirlo.