Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/437

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nota 431

Firenze, Francesco Palermo, il 1846 stampò la IV nelle Narrazioni e documenti del regno di Napoli dal 1522 al 1667 (pp. 428-9) che occuparono il t. IX dell’Archivio storico italiano; Eugenio Albèri nel 1851-52 la XXXIII, XXXV, LX, LXII, LXV e LXVII, le prime due nel t. VIII (pp. 305-7, 392-3), le altre nel IX (pp. 238, 267-8, 280-2, 394) dell’edizione completa delle Opere di Galileo, dedicata a Leopoldo II di Lorena1; ed Alessandro d’Ancona, nel 1854, la II, III e V nel Discorso sulla vita e le dottrine del Campanella2 (pp. lxxvii, lxxvi-lxxvii, clxvi-ci.xvii2).

Ma il contributo maggiore fu portato dal 1866 al 1887. Silvestro Centofanti, avendo avuto concesso dalla «liberalissima cortesia» del Bongi di usare, secondo che gli piacesse, le lettere «recate gentilmente a sua cognizione» il 1858 da Bernardino Baroni, il 1866, per comprovare le sue idee intorno al Campanella, ne pubblicò dieci — dalla VI alla IX e dall’XI alla XVI — nella I e II parte del t. IV della serie III dell’Archivio storico italiano (pp. 20-30, 58-67, 67-71, 30-40, 71-85, 87-94, 94-9, 99-103, 85-7, 17-20). Il 1878, nella seduta del 19 maggio, il Berti comunicò a’ Lincei ventinove lettere — XXXI, XL, XLVIII, LV, LVIII, LXIX, LXXL LXXIII. LXXV, LXXVI, LXXXI, LXXXII, LXXXIV, XC, XCVIII, C-CV, CVII-CXI, CXIII, CXX, CXXI, — inserite, dopo d’essere state rivedute e confrontate da Giacomo Giri, dalla p. 447 alla 507 nel v. II della serie III, a. CCLXXV (1877-78), degli Atti accademici della Classe delle scienze morali, storiche e filologiche, e nell’estratto citato dalla p. 11 alla 71. Venne appresso chi nelle ricerche campanelliane non badò a fatiche, tempo e spese, l’Amabile, che il 15 maggio 18S1 offriva «una piccola parte di un lavoro assai piú grande al quale si era dedicato da alcuni anni con tutte le sue forze», in un volumetto cui augurava «una fortuna migliore di quella incontrata dagli altri suoi libri»3, (pp. 31-41, 51-4, 63-8, 54-8. 59-63. 41B. 50-1, 42-5. 45-6, 41C, 42D, 46-50, 68-71) — le tredici lettere del codice sdoppiano lasciate inedite dal Centofanti, cioè la X e dalla XVIII alla XXIX; — l’anno seguente, la LII nel v. III del Fra Tommaso Campanella, la sua

  1. Firenze, Societá editrice fiorentina, 1851-2.
  2. Tommaso Campanella, Opere, Torino, Cugini Tomba, 1854, v. 1.
  3. Il codice delle lettere del Campanella nella Nazionale di Napoli, Napoli, Stabilimento tipografico di Gennaro de Angelis, 1881.