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scelta di poesie filosofiche 9


E perché pensano che le favole sono degne di cantarsi per l’ammirazione, dice che più mirabili sono l’opere di Natura. E qui condanna Aristotile, che fece la favola essenziale al poeta: poiché questa si deve fingere solo dove si teme dir il vero per conto de’ tiranni, come Natan parlò in favola a David; o a chi non vuol sapere il vero, si propone con gusto favole burlesche o mirabili; o a chi non può capirlo, si parla con parabole grosse, come Esopo e Socrate usâro, e piú il santo Vangelo. Talché l’autore lauda quella favola solo, che non falsifica l’istoria, come è quella di Dido in Virgilio bruttissima; ed ammonisce la gente contra i vizi propri o strani, e l’accende alla virtú. Laonde questo ultimo verso dicea nel primo esemplare: «E fa le genti di virtú infiammarsi».

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Fede naturale del vero sapiente

Io credo in Dio, Possanza, Senno, Amore 1,
un, vita, veritá, bontate, immenso,
primo ente, re degli enti e creatore.
Non è parte, né tutto, inciso o estenso,
5ma piú somiglia al tutto 2: ond’ogni cosa
partecipò virtute, amore e senso.
Né pria, né poi, né fuor, l’alma pensosa
(ché ’n vigor, tempo e luogo Egli è infinito)
può andar, se in qualche fin falso non posa 3.
10Da lui, per lui e ’n lui vien stabilito
lo smisurato spazio e gli enti sui 4;
al cui far del niente si è servito.
Ché l’unitá e l’essenza vien da lui;
ma il numero, e che questo non sia quello,
15da quel, che pria non fummo, restò in nui 5.
Lo abborrito niente fa il duello,
il mal, le colpe, le pene e le morti.
Poi ci ravviva il divino suggello,