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Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/149

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scelta di poesie filosofiche 143


Ogni uomo vorrebbe arrivar col corpo dove va col pensiero, né può internarsi dentro le cose a saperle. Dunque ci proibisce il corpo il sapere e ’l ben desiderato. Il perché e’ ci fa male tanto; e non lo conosciamo, desiderando vivere in lui, ecc.

madrigale 9

Di’: come al buio hai tu distinto l’ossa?
i nervi soprasteso alle giunture?
tante varie testure
di vene, arterie e muscoli formasti,
le viscere, le fibre e legature?
come il bodel si piega, stringe e ingrossa?
come, di carne rossa
vestendo il tutto, la testa scarnasti?
come il caldo obbedia? come il frenasti?

Se l’alma non sa come s’è fabbricato il corpo, né come fece tante membra a tanti usi, né come si frena il calore, ecc., è segno ch’essa non fece il corpo.

madrigale 10

Non mi risponder quel ch’impari altronde
e nell’anatomia, ché non è tuo
cotal saper, ma suo,
di chi t’avvisa: e pur t’inganni spesso,
come n’hai sperimenti piú che duo.
Or, se in te ignori ciò che ’l corpo asconde,
e in altri spii; risponde
non essere, a chi al buio sta, concesso
veder che fa, né il luogo, né se stesso.

Dice che l’alma non deve rispondere a tal dimanda, per quello ch’impara di fuori, che non è suo sapere di quel che fa dentro a sé. Il che s’ella l’ignora, ignora se stessa, non sapendo che cosa è anima, né come sta nel corpo. Deve confessare che sta in