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L’argomento non è decisivo. Lo sarebbe solo se fosse provato che il Ponzio intendeva fare una raccolta completa delle poesie dell’amico, mentre tutto fa pensare che anche lui avesse intrapreso una scelta, adattandosi per di piú ai gusti della persona, a cui la dedicava. Ed infine, comunque stia la cosa, è certo che il lavoro rimase in tronco, prima per la partenza del Gentile e poi per l’avvenuto sequestro.
Allo stato dei fatti non possiamo dire dunque che le poesie di questo periodo sono tutte ed esclusivamente quelle contenute nel Ms. Ponzio. Con questa sola riserva di ordine generale possiamo ora seguire l’attenta ricostruzione cronologica del Ms. Ponzio fatta dall’Amabile.
Ad eccezione del sonetto: La gran donna, che si riferisce al tempo della congiura (vedi retro p. 287), tutte le altre poesie sono di quello della prigionia. Prima ci si presenta il sonetto: Il fato dell’Italia (vedi p. 219), scritto assai probabilmente al momento dell’ingresso in Castel nuovo (fine novembre 1599), forse contemporaneamente a quello che segue in questa edizione (Spesso m’han combattuto).
Ai giorni tempestosi del rapido processo dei laici (dicembre) si riferiscono il sonetto seguente (Veggio spirti rivolti) e i due madrigali sul De Rinaldis. E si avverta che anche il sonetto originariamente aveva il titolo: In lode di Maurilio Rinaldo, cancellato poi dal Ponzio, evidentemente per ordine del Campanella. Lo scritto è tuttavia visibile sotto la cancellatura (Am. T. C., II, pp. 91-92).
Piú ricco è il gruppo di poesie che ci rimangono riferentesi al periodo istruttorio del processo degli ecclesiastici (gennaioaprile 1600). Tra le prime vanno insieme il Sonetto fatto sopra li segni (vedi p. 222) e l’altro: Veggo in candida robba entrato nella Scelta (n. 55): i quali due sonetti «con qualche altro analogo» di tempo posteriore l’Amabile ritiene che «sarebbero appunto i Ritmi profetali menzionati nel Syntagma» (Am. T. C. II, p. 93).
Seguono i violenti sonetti polemici che sono qui a p. 223; un ambiguo sonetto In lode di Spagnuoli, fatto, crede l’Amabile, con intenzione, nel caso che le poesie fossero trovate (Am. T. C., loc. cit.) e il Sonetto di rinfacciamento a Musuraca. L’Amabile pone qui con la maggiore probabilitá anche il Sonetto fatto a tutti i carcerati; ma non esclude che possa essere stato scritto al tempo del processo dei laici (Am. T. C., II, p. 94). Segue un sonetto, che