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Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/297

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nota 291


Si può quindi raccogliere un gruppo di poesie politico-culturali, parte delle quali passate anch’esse nella Scelta: il sonetto all’Italia (Scel., n. 37); Grecia e Italia, entrato anch’esso sostanzialmente nella Scelta (n. 36), ma trasformato nella forma metrica e ampliato; i sonetti A Venezia, A Genova, A Polonia, A’ Svizzeri (Scelta, nn. 38-41) e gli altri tre A Roma, Roma a Germania, Sopra il monte di Stilo (vedi pp. 250-55).

Un altro gruppo è di poesie religiose: i nn. 19-22 della Scelta, piú i due sonetti a p. 212 di questa edizione. A questa collana di sonetti l’Amabile assegna come molto probabile la data della Pasqua del 1601 (Am. T. C., II, p. 288).

Alla vita di carcere ci riporta indirettamente il sonetto Al signor principe di Bisignano (vedi p. 231). Si badi però che il titolo non è esatto. La poesia non è dedicata al principe, ma fa allusione alla prigionia sofferta anche da quello nel medesimo castello, e il poeta trae motivi di speranza per sé e per i compagni dal fatto che il Bisignano da quella prigione era pur uscito.

Segue un primo gruppo di mediocri poesie d’occasione dedicate a vari. Due sono per monacazione: quella di un giovane, che entra nell’ordine dei pp. Somaschi1, e quella di una giovine Artemisia non meglio identificata (vedi p. 213); quindi il sonetto per Cesare Spinola (vedi p. 230), «scritto poco dopo il 15 novembre 1600, giacché a questa data lo Spinola lo difese mentre era chiamato qual testimone dal Pizzoni» (Am. T. C., II, p. 289). Della stessa data approssimativamente sono: In lode di don Francesco di Castiglia (vedi p. 256), testimone anche lui in quegli stessi giorni; Giudizio sopra Dante, Tasso e Petrarca (vedi p. 216), indirizzato quasi certamente allo stesso Castiglia, amante di lettere e sviscerato ammiratore del Tasso (Am. T. C., loc. cit.); l’altro: In stile io canterei... (vedi p. 234) rivolto anch’esso ad un uomo di lettere (Aurelio), che non si è riusciti a scoprire chi fosse.

Un certo numero di poesie è rivolto a persone di famiglia degli alti funzionari del castello. Sono quelle inserite qui a pp. 231-234, coi nn. 24, 25, 26, 27, 30.

«Ed eccoci — per dirla con l’Amabile — all’ultimo gruppetto

  1. Il preciso titolo di questo sonetto nel Ms. Ponzio è: Ad un novo alunno della Religione di son Maschi; e Am. T. C., III, 571 annota: «Intendi Somaschi; parrebbe scritto a quel modo per uno scherzo piuttostoché per un errore di fra Pietro».