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Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/299

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nota 293


E degli stessi giorni all’incirca devono essere i due sonetti al giovane Petrillo (vedi pp. 256-57), che probabilmente accompagnò lo zio chirurgo nelle visite, che questi fece al detenuto malconcio (Am. T. C., II, pp. 296-97).

B) Dal 3 agosto 1601 al settembre 1602.

In questo tempo il Campanella dovè scrivere un certo numero delle poesie filosofiche, che sono nella Scelta, corrispondentemente all’indirizzo dei suoi studi. In quel medesimo tempo infatti riprese con maggiore intensitá le sue meditazioni filosofiche, cominciando col portare a compimento l’Epilogo di filosofia e stendendo l’Etica, la Metafisica, gli Aforismi politici, l’Economica e la Cittá del sole (Am. T. C., II, pp. 283, 289 sgg., e cfr. Syntg., I, 3, pp. 27-28: «Paulo post Neapoli scripsi Metaphysicam vulgari sermone in tres partes... ubi de principiis essendi, cognoscendi ed operandi, ac supra necessitatem, fatum et harmoniam, primitus mihi excogitata, tunc posui causas et principia et primalitates entis»).

L’Amabile osserva:

«Di tempo in tempo il Campanella dovè scrivere ancora altre poesie [in questi mesi]... e fuori ogni dubbio una gran parte di esse, di natura intima, dovè essere eliminata quando si fece la Scelta:... intanto con un poco di buona volontá si può pervenire a riconoscere qualcuna delle rimaste appartenente al periodo attuale » (Am. T. C., II, p. 305).

Tale pare all’Amabile quello tra i «sonetti profetali», che si chiude con il verso: «e ’n fratellanza l’imperio funesto» (cioè il n. 52), il quale rispecchia le idee della Cittá del sole, alla quale allora lavorava (Am. T. C., loc. cit.).

Terzo periodo: Poesie scritte fra l’autunno 1602 e l’autunno 1613 (partenza dell’Adami col ms. della Scelta). — Questo periodo segna una fase piuttosto di stasi nella produzione poetica del Campanella. «Le speranze di prossima liberazione lo tennero inerte per molto tempo. Dopo di aver menato a termine febbrilmente le opere da doversi trasmettere allo Scioppio scrisse soltanto gli opuscoli epistolari che abbiamo menzionati [cioè operette di occasione su argomenti vari richiestegli da alti personaggi etc.]; compose inoltre molte poesie di dolore e di sdegno pubblicate poi dall’Adami, delle quali riesce di poter determinare talvolta la data precisa e piú sovente la data approssimativa, sia per qualche circostanza che vi si vede notata, sia dietro qualche riproduzione