Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/44

Da Wikisource.
38 scelta di poesie filosofiche


intra se stesso non conosce. Né con la misura dell’essere lo saperebbe, ma con la sua, le piú alte piú bassamente, le piú basse piú altamente, ecc. ecc. Quia recipiuntur secundum modum recipiente. E però ogni ente ha particolar modo di scienza d’ogni minuta cosa, secondo la Metafisica dell’autore.

25

CANZONE III

madrigale 1

Tanto senno have ogn’ente, quanto basta
serbarlo a sé, alla specie, al mondo; a cui
per tanto tempo è nato,
per quanto Dio ha ordinato
pel fato, a cui serviam di piú ch’a nui:
ond’altri in fior, altri in frutto, altri guasta
di noi nel materno alvo.
Come, per uso vario,
facciam pur noi dell’erbe,
cui pare ingiusto il nostro necessario;
cosí a noi, mentre s’offre or folto or calvo,
par che ragion non serbi
il fatal capo, che ’l mondo tien salvo.

Mostra ch’ogni ente ha tanto sapere, quanto basta a conservarsi per quanto tempo Dio conobbe esser utile alla spezie ed al mondo, a cui serve ogni parte; e non si può trappassare il fato divino, a cui serviamo piú che a noi. Onde, come noi mangiamo l’erbe in fiori o in frutti e quando ci piace, e questo pare ingiusto ad esse erbe, ché le uccidiamo e lor togliamo il seme e li figli: cosi il mondo per fato uccide noi, o bambini o fatti uomini o vecchi, secondo il bene del tutto; e questo ci par contra ragione, che’l fato ci mostra la fronte calva o crinuta, secondo gli piace per util del mondo. «Fronte caputala est, post haec occasio calva»; a che allude questa rima.