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Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/78

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72 scelta di poesie filosofiche


e che per accidente spesso è vita, come la voluttá per accidente è morte; e che questo sta al senno, di conoscer quando il dolor dá vita o morte, e cosí la voluttá. Talché conchiude che la vita felice consiste in viver secondo il senno, e che per questo si conviene saper tutte le cose che giovano e nuocono nel mondo. Poi conchiude che ogni conservazione manca, perché sono fatte le parti del mondo per lo tutto, e ’l tutto per Dio, e fatalmente si mutano; il che è morire. Però tanti filosofi si forzâro a farsi divi, accostatisi a Dio, che solo può eternare ogni vita.

madrigale 9

Canzon, dirai che l’uom sol fa beato
il senno, senza cui li ben son mali,
né si sente il gioir; ma seco pure
il mal fia ben. Né senso han l’alme impure,
ma veggon con gli occhiali
le cose in altra guisa, ch’elle stanno.
Né puritá può aver chi non è nato
per sé, ma ad uso di que’ che piú sanno;
talché si fa felice
sol oprando quel che ’l saggio ci dice.
Assai sa chi non sa, se sa obbedire.
Tutto infelice fia chi non ascolta,
ma nacque per servire
in quel mal, che ben fia di gente molta.
Forse fia in altre parti puro poi,
ché in varie forme s’occulta e rinasce,
e sol d’eternitá l’esser si pasce;
ché il bene e ’l mal son dolci a’ denti suoi.

In questo commiato dice che il senno fa sentire il bene e convertire il male in bene; dunque, egli è causa di beatitudine. E che non hanno senno vero l'alme impure, ma veggono le cose impuramente, ed adulteratamente giudicano. E che per natura s’ha la puritá. E che gli nati impuri sono all’uso de’ savi creati. E che assai sanno, se sanno ubbidire, e ’n ciò si beano con quelli.