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Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/109

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le nostre unghie, noi possiamo fare i signori senza lavorare. Presso i popoli civili v’ha pure qualche persona, s’intende aristocratica o che vuole parere tale, che porta l’unghia del mignolo assai lunga, ad imitazione degli Annamiti; non saprei, quale vantaggio ne potesse ridondare. Anche il naso viene deformato ad arte; così le madri ottentote schiacciano il naso ai loro bambini, il quale perciò non solo resta piccolo come è per natura, ma anche depresso; mentre invece gli antichi Persiani plasmavano quello dei loro principi in modo che riuscisse possibilmente rilevato ed aquilino. I denti non solo vengono dipinti, come poc’anzi fu detto, ma è cambiata anche la loro forma, o vengono in parte strappati. Così in varie parti dell’Africa gli Indigeni tagliano i denti incisivi in punte come quelli di una sega, o li forano con buchi, nei quali fanno entrare dei fuscellini. Gli Indigeni del Nilo superiore si strappano i quattro denti incisivi, dicendo che non vogliono rassomigliare ai bruti, ed i Batokas si strappano i due incisivi superiori, ciò che dà alla faccia un aspetto schifoso per l’accrescimento della mascella inferiore.

Una menzione speciale merita la deformazione artificiale del cranio, la quale veniva praticata già in tempi antichissimi, come, ad esempio, presso gli abitanti del Perù e del Messico. Ippocrate e Plinio parlano di popoli dei loro tempi che deformavano i cranii dei loro bambini; questo costume era frequente presso gli abitatori delle coste del Mar Nero; ed il dottor Moschen ed io abbiamo descritto un cranio dell’epoca romana, scavato a Padova in piazza Capitaniato, che mostra segni manifesti di una deformazione artificiale. Ma anche oggi è frequente questo costume,