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Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/110

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massime presso gli indigeni dell’America. Cranii così modificati presentano forma diversa, a seconda del procedimento usato: alcuni, ad esempio, sono prolungati verticalmente in alto ed hanno il vertice poco esteso e rotondato a modo di pane di zuccaro; altri sono protratti obliquamente in alto e dietro, hanno il vertice piatto, l’occipite sviluppatissimo e la fronte assai fuggente; altri ancora mostrano due forti depressioni, l’una al vertice e l’altra all’occipite.

Gli Indiani dell’America si chiamano teste piatte per la forma del loro cranio. Il procedimento usato da quelli dell’Oregone è il seguente: Le madri portano i bambini fermati con corde sopra una tavola coperta di musco soffice o di fibre sciolte di cedro, e per rendere piatto il loro capo, pongono un cuscino sulla fronte e sopra di esso un pezzo di corteccia di albero, la quale è premuta contro la fronte col mezzo di cordicelle di cuoio che passano per fori praticati in ambedue i lati della tavoletta, mentre sotto la nuca è collocato un cuscino di erba o di altra sostanza molle per sostenere il collo. Questo procedimento viene iniziato alla nascita del bambino e continuato per otto a dodici mesi, dopo il qual tempo la testa ha perduto la sua forma originaria ed acquistato quella di un cuneo, assumendo un aspetto assai strano, perchè la porzione anteriore del cranio è piatta e si eleva verso l’indietro.

Presso i popoli civili non si riscontra la deformazione artificiale del cranio; tuttavia gli antropologi hanno osservato che le cuffie strette alla testa che si mettono ai bambini, come ancora le bende che cingono la fronte e l’occipite, esercitano