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Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/131

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ai loro compagni. I magnani e falegnami delle Indie orientali si giovano dei loro piedi per tenere ed adoperare i loro arnesi.

Un anatomico inglese ha svolto un’opinione diversa, cercando di dimostrare che gli arti posteriori delle scimie sono terminati da piedi. In questo tentativo egli s’è appoggiato alla somiglianza nella struttura anatomica, che esiste fra le estremità inferiori dell’uomo e le posteriori delle scimie.

Noi ci troviamo quindi davanti a tre opinioni diverse. Alcuni vogliono far quadrumano l’uomo; altri sostengono che tanto l’uomo, come le scimie, sono bipedi; altri ancora mantengono le opinioni fin qui professate, che cioè l’uomo sia bipede e la scimia quadrumana. Tutti questi partiti però sono concordi nell’ammettere, che le estremità toraciche, noi due ordini di primati, sono terminate da mani. Le divergenze tra i diversi autori si riferiscono agli arti addominali; ma forse la discordanza non è tanto grande, come potrebbe sembrare a prima vista.

È certo che i piedi dell’uomo, col lungo esercizio, possono, quantunque incompletamente, assumere l’ufficio di mani; ma siccome la loro forma e struttura li rende atti a sopportare il peso del corpo, non è possibile chiamarli mani. Così pure non è accettabile l’opinione che dichiara bipedi tanto l’uomo che le scimie, perchè gli organi strettamente omologhi non meritano sempre il medesimo nome. L’ala del pipistrello e dell’uccello e la pinna pettorale del pesce, sono di certo organi omologhi al braccio umano; eppure nessuno chiamerà l’ala o la pinna un braccio. L’anatomico inglese ha provato l’unità del tipo anatomico