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Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/130

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l’animale. Il furore indicibile delle scimie, aumentato dalla forza, è sempre da temersi, e la destrezza che posseggono rende spesso impossibile al loro nemico di fare un colpo decisivo».

Du Chaillu, nella relazione de’ suoi viaggi nell’Africa equatoriale, attribuisce al gorilla una forza prodigiosa, dicendo che quattro uomini robusti non sono sufficienti per tener fermo un individuo di due anni e mezzo; gli adulti sarebbero capaci colle loro mascelle di rendere piatta una canna da schioppo, e di rompere, colle mani, degli alberi del diametro di quattro a sei pollici.

Passiamo ora alle estremità. Alcuni vogliono sostenere che l’uomo sia quadrumano, perchè i suoi arti inferiori, coll’esercizio, possono acquistare la facoltà di afferrare. Si conoscono degli esempi che appoggiano questa idea. I Charruas, tribù indiana dell’America meridionale, forti cavalcatori, usano, in luogo di staffa, un semplice anello, nel quale impegnano il solo dito grosso (alluce), tenendovisi strettamente; gli Indiani dell’Orenoco, quelli del Jacutan, i Negri dell’Australia, possono, colle dita dei piedi, raccoglier monete dal terreno, afferrare sassi e lanciarli; i Bengalesi sanno servirsi anche dei piedi per menare il remo. Gli Ottentoti hanno un dito grosso opponibile alle altre dita; ed anche i raccoglitori di resina, nella Francia meridionale, possiedono un grosso dito del piede opponibile, acquisito per arrampicarsi sugli alti e snelli tronchi del Pinus marittima. Gli isolani del Pacifico, quantunque osservati, riescono ad effettuare dei furti, prendendo gli oggetti coi piedi e trasmettendoli