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Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/213

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dell’età dell’oro sotto Saturno, dice che gli uomini dormivano nudi al discoperto, perchè quella temperie non era loro nociva, ed avevano letti molli, pullulando abbondantissima erba dalla terra.

È stata fatta la domanda, se l’uomo terziario abbia avuto tali caratteri da poterlo classificare nella medesima specie dell’uomo odierno. Il De Mortillet ha dato recentemente a questo quesito risposta negativa. Tale modo di vedere può essere sorretto da argomenti paleontologici ed antropologici. È noto infatti che nessuna specie di mammifero oggi vivente è tanto antica da risalire all’epoca terziaria, e non v’ha nessuna ragione per ritenere che l’uomo faccia eccezione alla regola; d’altra parte, se si esaminano i pochi avanzi umani venuti a noi da età remote, vi si trovano degli incontestabili caratteri di inferiorità, i quali accennano ad organismi nel loro insieme diversi dalle attuali forme più elevate della specie umana e piuttosto affini alle forme inferiori della medesima. Il predetto autore ha quindi istituito per l’uomo terziario il genere Pithecanthropus (uomo scimia), al quale riferisce parecchie specie di quei tempi antichi.

Età archeolitica. — L’uso della pietra si protrasse anche durante una parte dell’epoca quaternaria; ma in quest’epoca sopravvenne un fenomeno, di cui giova tener conto. Il clima europeo, che durante i tempi terziarii era mite, subì un abbassamento straordinario di temperatura, così che i nostri paesi furono in gran parte coperti di ghiaccio, e si ebbe quel periodo che i geologi chiamano glaciale e che fu di lunga durata. La temperatura bassa di questo