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Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/212

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Secondo il De Mortillet, le traccie più manifeste dell’uomo miocenico si rinvennero a Thenay, presso Pontlevoy nel dipartimento Loir-et-Cher, dove l’abate Bourgeois trovò in un calcare miocenico molto antico (oligocenico) delle selci tagliate e bruciate. Altre selci, pur lavorate, vennero scoperte nel miocene superiore (aquitaniano) di Puy Courny presso Aurillac.

Il Desnoyer credette di avere trovato traccie dell’uomo che visse nel periodo pliocenico. Le sabbie di Saint-Prest presso Chartres contengono gli avanzi dell’elefante meridionale, del rinoceronte leptorino e dell’ippopotamo maggiore, e sono perciò da tutti i geologi riferite al terreno terziario pliocenico. Nell’aprile del 1863 furono estratte dalle medesime delle ossa fossili portanti delle incisioni irregolari, di varia profondità e di varia lunghezza, le quali incisioni furono considerate come opera dell’uomo; ma un più attento esame ha condotto alla conclusione ch’esse sono dovute alla pressione ed allo sfregamento contro i grani silicei contenuti in quelle sabbie.

L’uomo terziario ha lasciato traccie di sè anche in altre parti dell’Europa, come nel Portogallo, e precisamente in alcuni terreni della valle del Tago, per cui si può asserire che aveva già guadagnato un’ampia distribuzione geografica. Durante questi periodi terziarii l’Europa aveva un clima mite, subtropicale, e la terra era fertilissima. Se la soddisfazione dei bisogni materiali può dirsi felicità, l’uomo era allora di certo felice; e forse i miti che parlano di un eden e di un paradiso terrestre accennano all’esistenza dell’uomo in quei tempi remoti. Platone, parlando