Vai al contenuto

Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/220

Da Wikisource.

come il bronzo, venne per la prima volta a noi dall’oriente; ma è difficile di stabilire precisamente il tempo in cui ciò successe. Alcune terremare, per esempio del Parmigiano, appartengono a questa età, e vi appartiene anche la necropoli umbra di Villanova presso Bologna, la quale può dirsi la pagina più ricca, più varia, più completa di quello che fosse nell’Italia superiore la civiltà della prima epoca del ferro.

I cenni sopra esposti ci fanno vedere che l’uomo visse dapprima isolato o ristretto alla famiglia nelle caverne, non conoscendo altre armi ed utensili all’infuori del bastone e di quelli foggiati di pietra e di ossa; in tale stato egli esercitava la caccia o la pesca ed ebbe il cane come primo animale domestico. Più tardi visse in piccole società, costruì delle capanne entro l’acqua oppure in terraferma, circondandole di acqua nel secondo caso; appreso l’uso del rame, poi del bronzo e finalmente del ferro; addomesticò parecchi animali, ed esercitò per lungo tempo la pastorizia e più tardi l’agricoltura. Per compiere questo cammino è occorso un tempo lunghissimo, e questo tempo ci fu, perchè l’uomo abita la terra da tempi antichi.

Si è cercato di esprimere l’antichità dell’uomo con una cifra; l’ultimo tentativo che conosco è quello del De Mortillet, il quale fa il seguente calcolo.

Se si dividono i tempi quaternarii in 100 unità, ne spettano:


al Chelleano 35
al Mousteriano 45
al Solutreano 5
al Maddaleniano 15
Totale 100.