Vai al contenuto

Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/71

Da Wikisource.

tappati per ore ed ore entro a stanze. Queste tenere piante, avide di luce, crescerebbero forse come rigogliosi e vivaci fiori di campo, ed invece crescono come pallidi e delicati fiori di serra, nei quali la seducente morbidezza nasconde invano una fibra debole. A questo proposito non si può inoltre che biasimare l’abitudine delle nostre donne di rendere, massime nell’estate, le stanze così oscure che chi viene dal di fuori deve arrestarsi sulla soglia per non dar di cozzo contro le persone od i mobili che vi si trovano. Licht, Licht, mehr Licht! disse Goethe morendo.

Potente è l’azione della temperatura sull’uomo. Nei paesi caldi la cute, sferzata continuamente dal raggio intenso del sole, è di sovente disposta ad ammalare; così la lebbra e l’elefantiasi, quasi sconosciute da noi, vivono endemiche nelle piaggie orientali. Anche il fegato è più soggetto a malattie in regioni calde che non nelle fredde o temperate. Dicasi altrettanto del sistema nervoso che si rende eccitabile nel più atto grado, da che seguono sensibilità esagerata, passioni violente, esaltazioni del sentimento. Nei climi freddi, gli organi più soggetti a malattie sono i respiratorii, traversati sempre da correnti di aria fredda e da ricca messe di sangue.

Una certa azione hanno anche i venti, e precisamente quelli che spirano con leggi e direzioni costanti e per lungo tempo di seguito su certe contrade. Il Rosanelli nel suo Manuale di Patologia, dal quale ho attinto molte notizie, dice: «Il languore, il senso di torpore generale che produce lo scilocco, non è forse causa predisponente a quelle malattie che dipendono da rilassatezza dei nostri tessuti? L’esperienza giornaliera lo prova indubitabilmente.»

Una influenza sul nostro organismo ha infine anche il luogo di dimora, per la diversa sua costituzione geologica ed idrografica. Dove si ha un suolo magnesiaco, che getti nelle acque potabili