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• 380 X. IL PRIMO AMORE

E dove io tristo ed affannato e stanco
Gli occhi al sonno chiudea, come per febre
Rotto e deliro il sonno venia manco.
25• 25 Oh come viva in mezzo alle tenebre
Sorgea la dolce imago, e gli occhi chiusi
La contemplavan sotto alle palpebre I
Oh come soavissimi diffusi
Moti per l’ossa mi serpeano, oh come
3030 Mille nell’alma instabili, confusi
Pensieri si volgeani qual tra le chiome
D’antica selva zefiro scorrendo,
Un lungo, incerto mormorar ne prorne.
E mentre io taccio, e mentre io ‘ion contendo,
3535 Che dicevi, o mio cor, che si partia
Quella per che penando ivi e battendo
Il cuocer non pi& tosto io mi sentia
Della vampa d’amor, che il venticello
Che I’ aleggiava, volossene via.
40do Senza sonno io giacea sul di novello,
E i de,trier che dovean fanni deserto,
Battean la zampa sotto al patrio ostello.
Ed io timido e cheto ed inesperto,
Ver lo balcone al buio protendea
4545 L’orecchio avido e I’ occhio indarno aperto,
La voce ad ascoltar, se ne dovea
Di quelle labbra uscir, ch’ultima fosse;
La voce, ch’altro il cielo, abi, mi togliea.
Quante volte plebea voce percosse:
50 Il dubitoso orecchio, e un gel mi prese,
50E il core in forse a palpitar si mosse!

I