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X. IL PRIMO AMORE 361
E poi che finalmente mi discese
La cara voce al core, e de’ cavai
E delle rote il romorio s’intese
5535 Orbo rimaso allor, mi rannicchiai
Palpitando nel letto e, chiusi gli occhi,
Stjinsi il cor con la mano, e sospirai.
Poscia traendo i tremuli ginocchi
Stupidamente per la muta stanza,
6060 Ch’altro sarà, dicea, che il coi mi tocchi?
Amarissima allor la ricordanza
Locommisi nel petto, e mi serrava
Ad ogni voce il core, a ogni sembianza.
E lunga doglia il sen mi ricercava,
65Com’è quando a distesa Olimpo piove
Malinconicamente e i campi lava.
Ned io ti conoscea, garzon di nove
E nove Soli, in questo a pianger nato
Quando facevi, amor, le prime prove.
70lo Quando in ispregio ogni piacer, nè grato
M’era degli astri il riso, o dell’aurora
Queta il silenzio, o il verdeggiar del prato.
Anche di gloria amor taceami allora
Nel petto, cui scaldar tanto solea,
75Che di beltade amor vi fea dimora.
N gli occhi ai noti studi io rivolgea,
E quelli m’apparian vani per cui
Vano ogni altro desir creduto avea.
Deh come mai da me sì vario fui,
8080 E tanto amor mi tolse un altro amore?
Deh quanto, in verità, vani siam nui I