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XXXIII


IL TRAMONTO DELLA LUNA


 
     Quale in notte solinga,
sovra campagne inargentate ed acque,
lá ’ve zefiro aleggia,
e mille vaghi aspetti
e ingannevoli obbietti5
fingon l’ombre lontane
infra l’onde tranquille
e rami e siepi e collinette e ville;
giunta al confin del cielo,
dietro Apennino od Alpe, o del Tirreno10
nell’infinito seno
scende la luna; e si scolora il mondo;
spariscon l’ombre, ed una
oscuritá la valle e il monte imbruna;
orba la notte resta,15
e cantando, con mesta melodia,
l’estremo albor della fuggente luce,
che dianzi gli fu duce,
saluta il carrettier dalla sua via;

     tal si dilegua, e tale20
lascia l’etá mortale
la giovinezza. In fuga
van l’ombre e le sembianze