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sulla eloquenza del foro penale | 81 |
Risurse a’ rai del redïente albore,
Che da le medïane ombre raggiava.
X
Dirò fors’io come precorsa e come410
Deprecata dagl’Itali prudenti,
Sull’Appennin la nov’alba spuntasse
Degli aperti giudici, e quanto al grido
D’un giovane Lombardo ed al soave
Apostolato d’un Sebezio Sofo,415
Giovane anch’ei, l’umanità dovesse?...
Altrove io miro. Rediviva effuse
I primi lampi sull’avel di Vico
L’eloquenza dell’Itala ringhiera,
Ed a sublimi e glorïosi voli,420
Risorgendo, accennò. Non altrimenti
Irrequïeta per l’aerea culla
Tenta la giovinetta aquila i vanni,
E il sol vagheggia, ed invida le nubi
Medita e i venti. Armonizzati insieme425
Come le corde de l’Eolia lira,
Quattro di varia tempra incliti spirti,
Del nostro foro, per diverso calle,
Corser lo stadio nuovamente aperto.
Splendidamente Lauria movea430
In sandalo romano, idoli e vezzi
Da le ricche traendo arche degli avi.
Fiero talor, mite soventi, e sempre
Morbido e troppo, ei recingea l’antica