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EPISTOLA
a
GIUSEPPE DE BLASIIS
Di che doni ricambi i doni tuoi
Oggi che a farmi assai più tristo il fato
Mi ti porta più lunge? Entro al deserto,
Che mi circonda, non ispunta un fiore,
Ch’io t’offra, o giovinetto unico amico.5
E, togli questa, che anzi tempo invecchia,
Vagabonda persona, altro non reco
Con me, richiesto a le catene e forse
Ad angoscia più rea. La mia sciagura
Di giorno in giorno mi rapia quant’altro10
Cara al tempo seren feami la vita.
Pur quest’inopia d’ogni dolce cosa,
Questi ozi interminati, e questa nera
Solitudin profonda, or non sarieno
Gli affanni, ch’io lamenterei, se vivi15
Fosser peranche nel mio sen gli affetti.
— Oh, chi può dir come mi cresca il core
Allor che, solo pei deserti errando,
In ispazi infiniti altro non miro
Che arene e cielo, e voce altra non odo20
Tranne il ruggito del leon, che grave
Come tuono lontan, profondamente