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il cantico dei cantici 293

     Spícchio di melagran tra per le care
     Chiome vaganti la tua guancia pare.

Dal tuo collo la Torre è rammentata,
     Cui Davidde munia di bastïoni,
     Da migliaja di scudi intornïata,
     Tutti arnesi da prodi e da campioni.

Simili a due gemelli cavrïuoli,
     Che pascono fra’ gigli, hai le mammelle! —
     Io fin che la dïurna aura consoli
     I campi, e l’ombre fuggano e le stelle,

Al monte de la mirra andrò soletto,
     Soletto al monte de gl’incensi andrò!...
     Sei tutta bella, o Amica! E in te difetto,
     Nessun difetto ritrovar si può!...
          Vieni con me dal Libano, o vezzosa,
          Dal Libano con me vientene, o Sposa!



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