Stato conchiglia sitibonda, or pieno80
Di care fantasie tutte assapora
Le delizie del Cielo! — Il tramontante
Astro del riso, colorando in fuoco
Le vaste acque di Tiro, o il mesto Lago
Di Genseret, guardandoti, arrubina85
I tuoi fianchi, o Carmelo, e più e più sempre
Posatamente avvalla — Ei sì cadea,
Ei sì cadea, te salutando, o monte,
Quando il Signor de le battaglie irrise1
A le credenze di Filiste, e i sozzi90
Sacerdoti d’Acabbo ergean sonori
Inni fidenti, cui seguia secreto
Sepolcrale sgomento — A la bugiarda
Ara non corse l’invocata fiamma
D’un Idolo bugiardo; e già pel vasto95
Aër vania del Filisteo la prece
Quando di mezzo a le bendate folte,
Salienti pel monte, alteramente
Levossi, in passo venerando, il vero
Ispirato da Dio — la santa luce100
Del Ciel parea su la sua fronte accolta,
E radiante oltre l’usato — fiero
Sguardo mandò sul tenebroso stuolo
Sacerdotale, ed un altar levando
↑Verumtamen nunc mitte, et congrega ad me universum Israel in monte Carmeli, et prophetas Baal quadringentos quinquaginta, prophetasque lucorum quadringentos, qui comedunt de mensa Jezabel — Reg. L. 3 Cap. 18.