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322 | il carmelo |
E, quando è sonno, intraveder fra l’alte
De l’aereo ciglion piante, atteggiate
Da le crescenti tenebre solenni185
A vaporose forme, il tuo fantasma,
Come calato da le vette eterne
A difesa di Giuda.... Una paura,
Un sublime terror gli uscia di vista,
E il pellicano coi suoi lunghi gridi190
S’ergea dal Nilo — Dai rotanti mondi
Pei deserti del Ciel piovea sovr’esso
Fosca luce e tremenda — In Samaria1
Avvallava lo sguardo, e tentennava
La corona d’Acabbo, e d’un sorriso195
Venia conforto d’Azzaïllo al core
Come trave di rena innanti al diro
Ponente del Deserto iva aggrandendosi
La torva ombra sublime: ambo le braccia
Sotto limpido Ciel stendea sovrana,200
E copria l’oriente, e tramontava —
III
E ben fu santa la montagna, e corse
L’anacoreta ad abitarvi, e, il nome
Invocando d’Elia, per volger d’anni,
- ↑ Elia fu spedito da Dio a rimproverare Acabbo in Samaria, e coronare Azzaele in Damasco: «Et fecit Achab malum in cospecto Domini saper omnes, qui fuerant ante eum.... Cum perveneris illus, unges Hazael regem super Siriam — Reg. L. 3 cap. 14.