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della rotazione agraria. 277

che rare volte è sarchiato, faremo succedere il melgone, od il ravizzone che esige almeno due arature. Come pure, a togliere le cattive erbe che crescono nel frumento, gioverà coltivarvi in seguito le verze, i fagiuoli, od altre piante che, coprendo moltissimo il terreno, non lascino crescere tutte le erbe cattive.

Dovremo poi anche por mente di non coltivare una pianta che tenga le radici superficiali, dopo la coltivazione di un’altra le cui radici siano andate profondamente, ma procureremo di far il contrario onde approffittare di quel terreno che non ancora servì alla nutrizione della pianta coltivata dapprima.

§ 277. L’abbondanza o la facilità d aver concime o letame da stalla favorirà la coltivazione dei prati e delle piante da foraggio alternate coi cereali. Ove abbonderanno gl’ingrassi calcari si coltiveranno di preferenza le piante oleifere, le viti ed i gelsi. Quando sia facile avere a buon patto avanzi animali in genere, il guano ed il nero delle raffinerie, si coltiveranno i cereali alternati colle piante da foraggio. Infine chi non ha molto concime non potrà mai seguire una buona rotazione; e dovrà limitarsi a quelle coltivazioni che più richiedono dall’aria che dal terreno, e meglio ancora farà riducendo a bosco il proprio terreno. Il bosco quando sia ben mantenuto, e che invece di privarlo delle foglie cadute, gliele si facciano servire d’ingrasso, può essere produttivo quanto alcuni terreni che or sono ridotti a campo ed a vigna.

La rotazione agraria già da gran tempo obbedisce a queste leggi specialmente ove il terreno è lavorato in economia od affittato a denaro. Ivi il proprietario o l’affittuario possono regolare la rotazione del proprio fondo secondo quei principj teorici o pratici che vi ho indicati e che meglio loro convengono, salvo (pei fittabili) il poter introdurre certe successioni già riconosciute deterioranti il fondo.

Ora intenderete perchè in quei paesi ove sia in uso l’af-