Pagina:Cantoni - Trattato completo di agricoltura, 1855, I.djvu/286

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278 della rotazione agraria.

fitto a grano non si potrà mai stabilire una ragionevole rotazione agraria, il che vuol dire che non si potrà mai ricavare dal fondo il massimo prodotto possibile. Non è egli vero che quel terreno che è stanco, ossia esaurito di quei principj che sono necessarj al melgone ed al frumento, potrebbe ancora dare un abbondante prodotto quando venisse coltivato a piante oleifere, a patate od a piante da foraggio? Non è egli vero che la quasi impossibilità in cui è il colono di tenere una parte del proprio terreno a foraggio, gl’impedisce di mantenere una conveniente quantità di bestiame, e che per conseguenza trovasi con minor quantità di concime obbligato a coltivare due generi che abbisognano di molto ingrasso, quali sono il melgone ed il frumento?

Per quanto vi esposi vi sarà facile l’intendere come sia quasi impossibile lo stabilire una rotazione per ogni provincia, potendo essa variare nel piccolo spazio occupato dal territorio di un comune. Soltanto le cognizioni di chimica agricola e la possibilità d’irrigazione devono esserci di norma per determinare la più conveniente rotazione. Questa però non sarà mai vantaggiosa ove non comprenda l’alternazione col prato o colle erbe da foraggio: ed in generale la miglior rotazione sarà quella che permetterà di mantenere la maggior quantità possibile di bestiame, e che per conseguenza ci procurerà la massima copia di concimi.