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Pagina:Cantoni - Trattato completo di agricoltura, 1855, I.djvu/395

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prodotto dei boschi. 387

stume di levare la corteccia, ed anche di squadrare o levare l’alburno dal tronco di quelle piante che voglionsi meglio conservare.

Fuvvi un momento nel quale il coltivatore, adescato dal profitto della corteccia abbatteva anche le piante da costruzione in primavera; ma le replicate osservazioni provarono che quei legnami avevano una durata assai minore, e più presto erano presi dalla carie, che non quelli tagliati nell’inverno; nell’Inghilterra specialmente si dovette proibirne il taglio almeno per quelle che dovevano servire alle costruzioni navali.

Una maniera antichissima, usata sin dal tempo de’ Romani per avere un miglior legname, era quella di scortecciarlo un anno o due prima di abbatterlo. Anticamente usavasi pure di fare una fossa un anno prima intorno alla pianta che si voleva tagliare. Buffon e Duhamel nuovamente raccomandarono questa pratica, asserendo che in tal guisa si induriva anche l’alburno. Noi infatti abbiamo già detto che tanto il frassino quanto la robinia induriscono e si difendono meglio dalla carie levando loro la scorza un anno prima di tagliarli. Quest’operazione nelle piante frondifere deve farsi da uno sino a tre anni prima, secondo che la pianta abbia maggior o minor quantità di alburno. Nelle piante resinose basterà invece levare un anello di scorza in basso e poi tagliarle 12 o 18 mesi dopo. Nei boschi a ceppata quest’uso non è conveniente poichè ne soffrirebbero il ceppo e le radici.

Generalmente, a parità di circostanze, le piante cresciute nei terreni umidi sono poco compatte e poco pesanti, ma sono meno soggette a fendersi e presentano una maggior cedevolezza di fibra. Quelle cresciute nei terreni secchi, o poco profondi, avendo un aumento meno rapido, crescono facilmente tortuose, ma sono più dure e meno cedevoli delle altre, per cui con maggior facilità si fendono o si spezzano.

Tagliato il legname devesi farlo asciugare più lentamente che si può, e perciò giova tenerlo in luogo arioso, ma all’ombra ed al coperto, non potendosi dirlo stagionato se non dopo tre anni. Ove l’aria sia calda, umida e stagnante facilmente si guasta, per le alterazioni della materia solubile che contiene, e produconsi insetti, muffe e funghi.

L’uso di mettere il legname nell’acqua fu trovato assai vantaggioso; viddesi che in seguito si fendeva meno, più lentamente restringeva i suoi pori, meno pronta era la carie,