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maniere diverse di allevare la vigna. 493

traverso, posta all’altezza cui si vuol formare il capo della vite; e formati i tralci, nel quinto o nel sesto anno si tirano ai pali, metà per ciascuna parte del filare. Nei filari a gabbiolo, nel quarto anno si dispongono le pertiche all’ingiro del quadrato, e si fissano tra loro ad un quadrato formato di pezzi di maneggia, che li circonda, e che si tiene parimenti all’altezza cui si vuol formare il capo. Avuti i tralci, si tirano ai pali ciascuno dalla sua parte, potendosi, quando la vite sia in forza, unire fra loro i tralci degli angoli dei gabbioli vicini, a guisa di festoni, che poi si sostengono con piccoli pali nel mezzo.

Per maggior sostegno a questi filari quasi dappertutto si vedono interposte alcune piante di olmo, di ciliegio ed anche di gelso selvatico. Queste forniscono anche buon numero di maneggie e di pertiche ogni tre o quattro anni, ed anche tutti gli anni istituendo sui rami della stessa pianta una rotazione di quattro anni, per cui vi sia continuamente del legname nuovo e del vecchio; con ciò la pianta sarebbe ridotta al minimo grado di ombreggiamento possibile e costante. Dove però il legname non sia molto costoso, o dove si possa istituire separatamente un boschetto ceduo, io ritengo che si debba tralasciare di metter piante nella vigna per evitare l’ombreggiamento, e perchè sottraggono in parte il nutrimento alla vite, o ne costringono di troppo le radici. Quando però si dovesse mettere qualche pianta suggerisco d’impiantare gelsi selvatici, come provengono dal seme, perchè sieno più durevoli, i quali, educati a capitozza, ogni tre anni darebbero un buon legname; nel primo anno, dopo lo scalvo autunnale, si lasceranno crescere tutti i rami, e nel secondo e nel terzo si potranno spogliare dalla foglia in primavera, avvertendo di non potarli accorciandone i rami, ma di lasciarli interi e mondarli soltanto dai ramicelli laterali. In questo modo avremo un buon legname di aumento rapido, avremo maggior quantità di foglia pei bigatti, minor ombreggiamento per la vite dopo la sfogliatura, ed inoltre si avrà una pianta che non manda molti polloni dalle radici come fanno l’olmo, l’oppio, ecc., e che si potrà allevare rigogliosa, essendo che fin d’ora vi dico che il concime adattato per la vite è eziandio quello che conviene al gelso.

La vite a filare, quando fosse impiantata e curata nei debiti modi, non ombreggiata da piante, nè concimata con sostanze animali, potrebbe dare un vino eccellente; ma sgraziatamente egli è appunto in questi filari che maggiormente