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durata del gelso. 587

ed in altri invece si continua ciecamente a far quel che si è fatto dapprincipio. L’abitudine pel contadino è una causa od un pretesto per esonerarsi dal ragionare o dall’intender ragione; e questa devesi sradicare avanti tutto, o per lo meno subordinare ai precetti teorici fondati sul clima e sulla qualità del terreno. Una regola od un modo di coltivazione qualunque, eccellente per un dato paese, può essere pessimo per un altro che fosse in condizioni diverse. Ove poi il contadino ritragga ben poco profitto dal gelso, per condizioni pesanti poste da mal’accorto ed avaro proprietario, nel potare il gelso ei non pensa che a far legna da fuoco, od a scemar l’ombra per la coltivazione dei cereali.

durata del gelso.

§ 596. Il gelso ha una vita lunghissima anche nei climi settentrionali d’Italia, e se è ancora selvatico, può raggiungere una vita media di 300 anni. Nelle province di Brescia, Bergamo e Crema, il cui terreno è ricco di calce, vi sono alcune piante che contano più di 400 anni. Alla Sforzesca, esistono tuttora dei gelsi piantati nel tempo di Lodovico il Moro. In Grecia, in Dalmazia trovansi dei gelsi di una età maggiore.

Il gelso innestato invece ha una durata assai minore, e spesso non oltrepassa i 100 anni. Le cause del deperimento del gelso, e singolarmente della minor durata del gelso innestato sono:

§ 597. L’innesto che lo fornisce di rami che maggiormente soffrono intemperie, i guasti ed il taglio, perchè costituiti d’una fibra più tenera e porosa. I gelsi selvatici, oltre all’avere essi stessi una costituzione più robusta, devono in parte la loro maggior durata al pregiudizio che la loro foglia sia quasi nociva al baco da seta, per cui non vengono sfrondati che in caso di assoluta mancanza di altra foglia d’innesto.

§ 598. La sfrondatura eseguita ormai tutti gli anni. Noi vediamo infatti che i pochi gelsi vecchi che ci restano nei campi, furono allevati in que' tempi in cui l’educazione del baco da seta non era estesa come oggidì, e che per conseguenza il gelso era ordinariamente abbandonato a sè, o sfrondato una volta ogni due o tre anni. La sfrondatura guasta inevitabilmente gli occhi, e lascia la pianta per 10 giorni circa senza organi respiratori e senza uno sfogo agli umori assorbiti dalle radici, soffrendone per conseguenza anche le radici.