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588 durata del gelso.


Molti attribuiscono una grande importanza alla sfrondatura fatta presto o tardi, riguardo al mantenere o ridonare vigore alla pianta. Generalmente i giovani gelsi ed i deperenti si sfrondano pei primi, e si lasciano per ultimi i più vecchi o più vegeti. Questa cosa che a primo aspetto sembra essere assai ragionata, pure nella pratica non è sempre vera, ed eccone le ragioni. Non confondendo la possibilità di ottenere una maggior cacciata per l’anno seguente dai gelsi sfrondati presto, col vantaggio o col danno che loro si possa arrecare sfrondandoli presto o tardi, dirò, che almeno nel clima del centro della Valle del Po, spogliando il gelso anche nei primi dieci giorni di giugno, la pianta non soffre e forse si rinvigorisce. E per verità, consideriamo spregiudicatamente, e colla scorta delle cognizioni teoriche, che cosa possa avvenire nella vita d’un gelso sfrondato, per esempio quando le di lui nuove messe non abbiano che quattro o cinque foglie. Noi sappiamo, che, contemporaneamente e proporzionatamente alla vegetazione aerea, il gelso manderà nuove e tenerissime radicette e barboline; ora che avviene di queste parti sotterranee tosto che il gelso sia sfrondato? Tenere ancora, assai acquose e sottili, mancando il loro corrispondente organo respiratore, deperiranno, anzi moriranno alterandosi nel loro tessuto; e ciò tanto più che la temperatura del principio di primavera essendo bassa, singolarmente in un terreno di solito assai umido per le piogge, non permette al gelso di rinnovare le gemme e le foglie che entro uno spazio di 10 e sino 15 giorni, durante il qual tempo le prime radici marciscono, e la pianta rinnova lo sforzo per rimetterne delle altre. Quando all’incontro il gelso venga spogliato nel mese di giugno, le nuove radici hanno già acquistata una discreta grossezza e consistenza, e non possono soffrire così facilmente, poichè inoltre per la stagione più avanzata, entro sei od otto giorni, la pianta si riveste di nuove foglie. Perciò scorgesi nella pratica che quei gelsi i quali a bella posta si sfrondano per gli ultimi, credendo di trascurarli, fanno bensì una cacciata più corta dopo il taglio, ma continuano a vivere e vegetare meglio degli altri, onde si dice che vivono per dispetto. Altro dunque è tagliar presto dopo la sfrondatura, ed altro è fare il taglio di primavera, perchè con questo taglio la nuova vegetazione che incomincia colla primavera non è guasta dalla sfrondatura, e le nuove radici non hanno a soffrire per questo motivo. Su questo proposito vorrei