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Pagina:Capella - L'anthropologia, 1533.djvu/77

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LIB. II. 36

con tutte le nostre arti d'armeggiare, di giostrare, di ben parlare, d'andare ornati, et con mille altri studi per piacer loro, restiamo de nostri disideri privi. Vedete la continenza etiandio de quelle, che se possono dire ne mariti poco aventurate. percioche io conosco molti, i quai lasciate le lor donne belle et nobili à casa, ove d'alcuna stomacosa gaglioffa veggiano essergli fatto pur un minimo cenno, vi corrono come la fiamma alle cose unte. Non per tanto le valorose donne tolerano patientamente i mali trattamenti de mariti; et con forte animo le ingiurie vincendo, non solamente nŏ(n) fanno (come si dice) che quale asino da calci in pariete tal riceve, ma con destro modo da dosso si levano le sollecitudini, et gli stimoli degli amadori; avegna che sia infinita la schiera di coloro, che per parere piu d'huomini, quando tra qualche brigata si truovano, dicono che le piu gran bugie del mŏ(n)do, gloriă(n)dosi d'havere havuto hor questa hor quella à suoi piaceri. cose tutte falsissime; et se per ogni volta che tali menzogne dicono, ne cadesse loro un dente di bocca, gli sarebbe bisogno ch'alla lombarda mangiassero zuppe. percio che le donne nŏ(n) sono (come forse altri istimano) si pieghevoli: benche molte di nobiltà et d'ingegno dotate usino in parlare, et in ridere con gli huomini alle volte qualche piacevolezza. Di che nŏ(n) si deve far argomento di malitia. percioche'l male operare richiede silĕ(n)tio: et cotal dimestichezza ch'in molti luoghi s'usa, come che à tutte le donne non stia bene, à quelle massimamente è disdetta, à cui per loro basso grado et poche facultà è mistiero procacciarsi onde mă(n)tenere possano la famiglia.


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