Pagina:Capella - L'anthropologia, 1533.djvu/79

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LIB. II.

si grande e' il numero delle donne, che hanno fatto cose maravigliose, et quasi incredibili, che non solamente non cedono a' gli huomini, ma gli adeguano; et oso dire che gli vincono; se vogliamo comparare il fatto della vedova Hebrea, che dal padiglione de nemici se ne porto' il capo d'Olopherne; la memorabile vendetta di Thomaris contra colui che le havea il figiuolo ucciso; i varii casi nelle lunghe guerre di Zenobia, l'animo invitto delle donne d'Aquileia, quando assediata la loro citta' da Massimino, quasi all'estremo ridotte si tagliarono i capegli, et diedero a' mariti et a' fratelli, per far corde a' gli archi, co quali potessero difendersi. Il somigliante fecero le Carthaginesi contra il minore Africano, e 'l Romano essercito. Fecerlo etiandio le Romane; quando per lo furor Franceso furono assediate in Campidoglio: avanti ch'el buon Camillo, dimenticata l'ingiuria fattaglia dall'ingrata patria, a' tempo la sovenisse. La onde fu poi consacrato da romani il tempio della Calva Venere. Ne lascieremo delle donne di Persia, che vedendo i mariti, fratelli et parenti nella zuffa fuggire; fatteglisi incontro, poi che con le parole non poterono la loro fuga arrestare; alzatisi i panni gli mostrarono quelle parti, che la Natura s'ingegno' di coprire: dimandandose forse ivi volessono nascondersi: et cosi gli constrinsero per vergogna al fatto d'arme ritornare. Che diremo delle Spartane? che alloro figliuoli andando alla guerra, lo scudo nel sinestro braccio acconciavano, dicendogli, o' con questo, o' in questo; facendogli intendere che o' morti o' vivi a' casa honoratamente tornassero, ne per dapocagine et timore si dessero nelle