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DELL'ANTHROPOLOGIA

mani de nemici. Per la qual cosa, assai mi meraviglio. onde sia entrato a' nostri tempi la consuetudine di non pigliare arme da mano feminile: la qual come scioccamente e' stata introdotta, cosi dovrebbesi rompere: ne d'altrui mano mi parebbe più convenevole pigliarle, che dalle donne amate: et ho ferma openione che piu animosamente ciascuno le adoperarebbe. Lascione adietro innumerabili ne giuochi di Marte a' qual si sia huomo non inferiori Anthiope, Mirrhina, Orithia, Hippolita, Menalippa, Penthesilea, che prima truovo' la scure, Camilla reina di Volsci, Semiramis di Babylonia, La Vergine, che con la prudenza, et magnanimita' sua contra le vittoriose arme degli Inghilesi tutta la Francia difese. Lascione etiandio molte altre che sarebbe troppo lungo, et soverchia fatica raccontarle. et conchiudendo dico, che affatichinsi gli huomini quanto gli pare in far cose grandi, et periculose; le quali paiono piu ad essi, che alle donne per la gagliardezza loro appartenere; che percio' non mi si torra', che infinite non siano state quelle, che di magnanimita' habbiano fatte pruove grandissime: le quali sono tanto piu mirabili, quanto per le loro poche forze pare che le siano piu disdette. Resta doppo' detto delle virtu' a' parlare della dilettione, et dell'amore: il quale tanto piu' e' nelle donne, quanto vi e' maggior prudenza. Percioche la Natura ha dato al piu prudente sesso la cura de figliuoli; la quale e' opra di singolare amore; come si legge di Cornelia madre de Gracchi, quando alla matrona Campana, che si gloriava di molti vestimenti, di gemme, et di ricchezze, i suoi figliuoli mostro' dicendole. Questi sono gli ornamenti miei. et