Pagina:Capella - L'anthropologia, 1533.djvu/89

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LIB. II.

truovare più dilicatezza, et proportione, et (se si può dire) perfettione ne corpi femminili: et quello antico lume della pittura Zeusi volendo à gli huomini di Crotona far un dono egregio; et lasciargli uno eterno testimonio della virtù sua, trasse da cinque vergini donzelle tutte le più belle parti: à somiglianza delle quali compose un corpo feminile bellissimo. Questi adunque per l'arte sua potendo fare vero giuditio di beltà: diede per cotale opera la sentenza in favore delle donne; et à mio parere, anzi del più degli huomini, la diede verissima. perché chi è, che non veggia qualche donna fra l'altre volentieri? veduta non l'ami? amata non la disideri? et l'amore, e 'l disiderio, non si muove se non da uno non so che piacere, ch'a gli occhi corre ogni volta, che si giudica alcuna cosa esser bella. Ma che bisogna più stendersi in aguagliarla all'huomo di bellezza? Certo credo che niente si gli possa addurre in contrario. Anzi à me pare, disse il Musicola, che in un corpo grande possa esser maggior bellezza, che in un picciolo: et perché l'huomo naturalmente è più grande, può esserne più in lui che nella femina. Non vale, soggiunse il Poeta, in cio il vostro giuditio, perciohe la grandezza si considera in due modi: l'uno quando un corpo secondo tutte le misure si stende più che l'altro; come è a dire che l'elephante sia maggior che la formica: l'altro s'intende secondo la proportione, come dicendo. Questa formica è grande: quello elephante è picciolo: et secondo tal modo di parlare, non si può dire la donna esser picciola, quando