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di argento e il bel fuso d’oro.
— Comare Formica, perché non ci raccontate una fiaba?
— Se state cheti, ve la racconterò.
— Come l’olio, comare Formica.
Dunque... C’era una volta una Reginotta, vanitosa, superbiosa, disubbidiente, gelosa, cattiva che era la disperazione della nonna. Non voleva far niente.
— Non voglio sciuparmi le mani!
— Se non ti emenderai verrà l’Orco e t’inghiottirà in un boccone.
— Ben venga l’Orco; quando sarò cresciuta me lo prenderò per marito!
La nonna era una Maga, di quelle però che fanno opere buone; e per virtù di filtri e d’incanti la trasformò in maniera che l’Orco non potesse riconoscerla. L’Orco aveva appreso le parole di quella sventata, ed era contentissimo di sposare una bella Reginotta, e la cercava per mare e per terra.
— È finita?
— Per oggi è finita.
La mattina dopo, comare Formica cuciva davanti al portone:
— Gugliata, gugliatina...