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disgrazia; il gattino era la sua bestiolina prediletta.
E la notte dopo fece un brutto sogno. Si destò atterrita: — Ah, Principe, se sapeste che cosa ho sognato! — Che cosa, Principessa?
— Tante piume, tante piume fioccavano giù dal cielo come falde di neve, ed io mi trovavo appesa al collo una padellina di rame. Le piume mi toglievano il respiro: la padellina pesava, pesava... È un triste presagio, certamente.
— Si sognano tante sciocchezze, Principessa!
— No, Principe! Bisogna consultare coloro che spiegano i sogni.
— Li consulteremo,.. Intanto non vi affliggete per così poco! Furono chiamati parecchi sapienti. Stettero a sentire, seri, con le sopracciglia corrugate, sfogliarono a lungo i libroni che avevano portati con loro. Chi diceva una cosa, chi un’altra, e ognuno affermava che la sua spiegazione era la vera. —