Pagina:Capuana - Chi vuol fiabe, chi vuole?.djvu/29

Da Wikisource.

Il giovane era rimasto incantato a guardarla e ad ascoltarla. Rosea, coi capelli d’oro, con le mani fini, affusolate, con le pupille coperte da un velo bianco, la cèchina intenta a cantare non si era accorta della presenza di quei che si erano fermati a poca distanza.

— È cèca?

— Cèca e storpia, mio bel signore!

— Che disgrazia!

E pareva non respirasse dalla commozione e dalla meraviglia di tanta bellezza.

— Che cosa canta?

— Dice:

Attendo, attendo, nella buia notte,

Ed apro l’uscio se qualcuno batte.

Dopo la mala vien la buona sorte...

— Il resto, la poverina, non lo ricorda più. Ora vo a cogliervi i fiori.

Il giovane signore risalì, pensoso, nella carrozza, e quando il giardiniere tornò con una gran bracciata di fiori di ogni sorta, ricevette quattro grosse monete d’oro che gli fecero sgranare gli occhi.