Pagina:Capuana - Chi vuol fiabe, chi vuole?.djvu/384

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E il pianto le impediva di parlare. Il Re si convinse che una ragazzina di quell’età non poteva aver voluto recare sfregio al bucato reale, e ordinò che la mettessero in libertà.

— Si rifaccia il bucato. La colpa è tutta vostra che non avete fatto buona guardia.

A Carbonella non parve vero di essere rilasciata senza nessun gastigo, e prese di nuovo per la campagna, lusingandosi sempre che, un giorno o l’altro, avrebbe incontrato la Fortuna.

Le lavandaie rifecero il bucato, ma le impronte delle mani non andarono via; e quando i panni furono asciutti, quelle impronte scure erano diventate luccicanti quasi fossero state d’oro.

Il Re, la Regina, il Reuccio vollero vederle e rimasero sbalorditi; erano infatti impronte d’oro!

Il Reuccio, più di tutti, le guardava estasiato.

— Ah! queste mani! Le più piccole, le più belle manine del mondo!

Era proprio così!