Pagina:Capuana - Chi vuol fiabe, chi vuole?.djvu/394

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L’acqua s’intorbidò, diventò di color giallo scuro; ed ecco che nel panno strizzato si vedevano parecchie impronte delle mani di Carbonella, dello stesso colore dell’acqua; qua intere, là delle sole dita, là delle palme con qualche falange di dito, secondo che potevano imprimersi strizzando.

Tutti stavano a guardare, stupiti, e più di tutti il Reuccio. A Carbonella quelle impronte sembravano cosa ovvia e naturale.

Sciorinarono quel panno al sole, e, di mano in mano che si asciugava, le impronte risultavano come fatte di maraviglioso ricamo in lamine d’oro finissimo, quasi una Fata si fosse divertita a far parecchie prove e, qua e là, lasciarle incompiute.

Tutti guardavano il Reuccio che sembrava diventato di sasso. Sembrava di sasso anche Carbonella, che vedeva, per la prima volta, mutarsi in oro le macchie gialle lasciate su gli oggetti dalle sue mani. Per questo quei padroni