Pagina:Capuana - Chi vuol fiabe, chi vuole?.djvu/98

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La maggiore la darò al Reuccio, l’altra a chi vuol pigliarsela? Dunque Reginotta le sta bene. Lasciatemi un po’ sfogare col canto!

E la mattina, prima del levare del sole, scendeva nell’orticello, si sedeva sotto il pesco e cominciava a cantare. Da li a poco, ecco un frullio d’ali: era il pettirosso che arrivava cinguettando, trillando, gorgheggiando. Si allontanava, ritornava, si posava in cima al pesco dondolandosi su una rama, e pareva che stesse ad ascoltare. E Cingallegra cantava, cantava cantava, piano, quasi volesse fargli la lezione e dargli agio di apprenderla bene. E appena ella taceva, il pettirosso riprendeva a provarsi di imitarla; ma finiva sempre con un trillo di stizza, e volava via.

Intanto, di giorno in giorno, scendeva a dondolarsi su una rama più bassa. Le volte, però, che Cingallegra si rizzava in piedi e alzava un braccio per afferrarlo, scappava, senza mostrarsi molto spaurito, e tornava subito allo stesso posto.

— Pettirosso, perché non ti lasci