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lui, a costo di insudiciarsi!... Glieli cavereste perfino voi, Gerace, così chic come siete... Siete bello, sapete!
Andrea non rispose nulla, occupato ad abbottonarsi un guanto.
— Peccato che questa mattina in chiesa e al municipio, mancavate anche voi! — gli disse il Merli. — Avreste veduto una consegna in piena regola...
— Quel Mochi è impagabile! — aggiunse Ratti.
Andrea fingeva di non capire, e si arrabbattava contro il guanto che non voleva lasciarsi abbottonare.
— Non faranno viaggio di nozze, si dice.
— Per economia? — domandò Andrea.
— No, è lei che ha voluto così.
— Chi lo ha detto?
— Il Marulli. Se ne lagnava col Villa: quella benedetta figliuola aveva certi capricci!...
Si avviarono tutti e tre. Andrea davanti, lentamente, quasi contasse i gradini; Merli e Ratti fermandosi a ragionare e a ridere, senza badare a Gerace.
Questi era arrabbiato di sentirsi meno forte delle altre volte:
— Perchè gli tremavano i ginocchi? Perchè provava una stretta al cuore?...
E respirò, un po’ sollevato, nella gran confusione che c’era per tutte quelle stanze piene zeppe d’invitati.
I servitori, che portavano attorno i vassoi coi rinfreschi, venivan presi d’assalto.
— Ratti, Ratti! — chiamò la signora Maiocchi, tirandolo per la falda della giubba.
Gli accennava, cogli occhi supplicanti, di prenderle un gelato da quel vassoio che non riusciva a farsi strada, dietro di lui: e al vedere le spinte del Ratti