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Però il terribile momento veniva rimesso da un giorno all’altro:

— Domani!... Dopo domani!

Prolungava la sua agonia...

— Almeno questa raffinatezza di crudeltà contro sè stessa la lasciava libera qualche giorno di più... Poi... chi sa? Chi sa?...

IX.

Il cavalier Mochi s’era incontrato col Savani, mentre questi montava in carrozza davanti il portone della Banca nazionale.

— A che siamo?

— Con l’acqua fino al collo. Ma neppure questa volta annegheremo.

Tre giorni dopo, quando la crisi scoppiò, egli non era più così sicuro.

La gente accorreva in folla a la Banca agricola assai prima dell’apertura degli sportelli: facce pallide, occhi rossi dal pianto, bocche urlanti bestemmie e minacce, braccia che agitavano rabbiosamente cambiali e libretti di deposito: un po’ di carta imbrattata!

Andavano attorno le voci più strane:

— Il Savani era scappato! — La cassa e il cassiere non si trovavano più! — Il Savani era arrestato! — Gli arrestati eran parecchi!

E se ne dicevano i nomi.

Si vedeva bene che, con le promesse di grossi guadagni, la Banca aveva fatto delle retate in tutte le classi sociali. Qua e là, dei fattori — col loro costume campagnolo che dava negli occhi — volgevano