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sedeva davanti la bottega, a strimpellare e a cantare:

— Chi la vuol cotta, chi la vuol cruda;
Non tutti gli uomini hanno la coda!
Chi la vuol cruda, chi la vuol cotta,
E ora aspetto... —

E si fermava. Gli domandavano:

— Che aspetti?

— Niente, niente; lo so io. —

Un giorno, mentre cantava, tornò a passare il Re, giusto appunto quando, egli diceva: E ora aspetto...

— Ebbene? Che aspetti? — domandò il Re.

Il barbiere continuò a strimpellare: trin, trin, trin, trin!

— Che aspetti? Voglio saperlo.

— Aspetto quel che verrà. Trin, trin! Trin, trin!

— Impertinente! Dategli cento nerbate sotto la coda. —

Le guardie fecero per afferrare il barbiere; ma questi sparava calci di qua e di là, proprio come un cavallo. Le povere guardie ruzzolavano per terra, urlando:

— Ahi! Ahi! —