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il barbiere 181

Il Re, scornato, dovette tornarsene, zoppicando, a palazzo; e le guardie lo seguirono, zoppicando peggio di lui.

— Maestà, che avete mai fatto? — gli disse un Ministro: — Ora che il barbiere ha la coda, nessuno ce la può con lui.-

Il Re pensò:

— Se me n’appiccicassi due io? Diventerei più forte, e lo concerei per il dì delle feste.-

Fece tagliare due code ai migliori cavalli della sua scuderia, e da sè, perchè la cosa non si risapesse, strusse la pece nel paiolo, ve le intinse alla base e cercò di appiccicarsele nel posto dove stanno le code. La pece bollente scottava. Sua Maestà cominciò a strillare e saltare per la stanza, mandando accidenti al barbiere. Le code non gli si erano appiccicate, e aveva due piaghe nella schiena!

Quel giorno il barbiere si mise a cantare un’altra canzonetta:

— E una, e due, e tre,
Vuol la coda come me!
Con le code ci vuol fortuna,
Ne vuol due e non n’ha una. —

La gente si domandava: