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32 I. L. CARAGIALE


«Sì, per inchiodarla!... pensò egli smarrito... sì, sì per inchiodarla!»

E rimase per molto tempo, cogli occhi sbarrati sulla luce della finestra... Qualche momento egli stette così sbalordito, inconscio della realtà, ma ad un tratto:

«Sì, ripetè egli sorridendo con una smorfia spaventevole; sì, per inchiodarla!»

Allora si produsse in quell'essere un fenomeno strano; un completo rivolgimento; il tremolio cessò, l'abbattimento sparì, e il suo viso scomposto da una crisi così lunga assunse una bizzarra serenità. Balzò in piedi, con la sicurezza di un uomo forte e sano, che va verso una meta facile a raggiungere.

Una linea, tra i due punti superiori del quadrato, era quasi finita. Leiba si avvicinò curiosamente per vedere il gioco dell’utensile. Il suo sorriso si definì con più asprezza. Fece un movimento di testa come per dire:

«Ho tempo ancora»

La sega recise le ultime fibre vicine al buco e continuò il lavoro tra i buchi inferiori.

«Ce ne sono altre tre» pensò Leiba, e con la precauzione del più esperto cacciatore si introdusse